Cerco di scomporre le frasi.
Rivolto lo scritto come se il
senso possa cambiare.
Annuso l’odore
dell’inchiostro fresco.
Avverto il sentore di piombo e
fumo.
Sento un’ansia che sale lungo
il collo e mi prende alla gola.
Non
posso. Non voglio leggermi. Il mio cuore, addolorato,
non trova spazio per l'autocelebrazione.
I fotogrammi, le urla, le
sirene delle ambulanze di quella mattina, in sequenza sparsa
sussurrano un nome che mi confonde e mi invita al silenzio.
Due giovani donne mi siedono a
fianco.
L’ incontro è naturale
diretto spontaneo.
Sguardi, riflessioni condivise
, strette di mano mi confortano.
Sorrisi leggeri ridanno
un po’ di luce ai colori del pomeriggio che si fanno spazio tra gli
incubi del buio.
I presagi più cupi
cedono il passo e si rimescolano tra le righe dell’evento.
Le donne: capaci di guardarsi
negli occhi, cogliere le emozioni che veleggiano nell’aria
riescono con il loro piccolo corredo cifrato ad asciugarsi le lacrime
generando coraggio.
Donatella Cavenati
***
Questo post non è mio, ma un regalo fatto a me e alla mia cara amica Gentiana, da parte di una donna speciale e molto sensibile che abbiamo avuto la fortuna di incontrare e conoscere ad
una premiazione letteraria di Perugia. Una giornata particolare
purtroppo, anche per fatti di cronaca avvenuti.
Conserverò questo scritto che
mi è entrato nel cuore e che mi ha profondamente commossa e mi ha ricordato ogni attimo e ogni espressione di quel giorno, lo
conserverò come un prezioso dono.
Un abbraccio ancora