Per la serie: "Parole ... per un immagine"
Svestita del sorriso
mi stringo nella pelle,
come dentro
ad un pesante cappotto nero.
Acqua e fuoco,
istinto e ragione,
coraggio e paura
si rivoltano ...
lacerandomi dentro.
Inspiro aria
tra freddo cinismo,
infantile ingenuità ... pudore
che mi fa ancora arrossire le guance,
cercando la giusta risposta.
Respiro ancora ... lentamente ...
soffocando le urla trattengo il dolore
e facendo finta di non sentir nulla
nascondo la mia fragilità
dietro un paio di inutili occhiali neri.
***
(29 settembre 2011)
Questo opera è di Vilma Bellucci ed è distribuita con licenza Creative Commons
Che versi! cara Vilma sono d'incanto.
RispondiEliminaTomaso
Facendo finta di non sentir nulla... mi stringo nella pelle come dentro ad un pesante cappotto nero. Davvero una bellissima poesia.
RispondiEliminaRimani senza niente addosso, anche il sorriso hai tolto dal volto e la pelle diventa un cappotto nero.
RispondiEliminaDentro di te una vera rivoluzione che vede i due elementi primordiali combattere ferocemente e l'unica a perire è la poetessa, lacerata dalla forza disumana di queste emozioni.
L'incontro tra cinismo e l'ingenuità farebbe arrossire chiunque perché mai questi due "individui" dividerebbero la stessa stanza.
Respiri ancora, sei ancora viva nonostante tutto lo stravolgimento interiore e la presunta fragilità si nasconde dietro un paio di occhiali neri, che richiamano la pelle nera del primo verso, ma non penso che la protagonista sia fragile ha vinto lei, anche se ora riposa almeno la vista, dopo la feroce battaglia. Mi è piaciuta tantissimo!
Tylith