Così recitava la pagina di un gruppo di poeti...
Una piccola grande biblioteca di narratori, sull'onda di un esercizio stilistico diventato ormai comune a molti. In quel gruppo si invitava a creare dei "mini racconti", chiamiamoli così... noir, sentimentali, storici, erotici, umoristici, di fantascienza, di fantasy..... non importa il genere, ma è fondamentale che in dieci parole si crei una piccola narrazione d'impatto, da far leggere a tutti quelli che apprezzano la brevità, la velocità del pensiero e la leggerezza dell'Arte.
In dieci parole si può davvero dire tanto, è così che, invitata... ho voluto provare anche io con degli argomenti sociali.
Molto intensi e gradevolissimi, i tuoi mini racconti.
RispondiEliminaBuon pomeriggio e un abbraccio,silvia
Che bella idea...
RispondiElimina-La musica-
Sette note muovono le dieci dita: accordi, melodia della vita
c'ho provato! :)
Memoria e'...
RispondiEliminaRicordarsi di dimenticare le cose che ti fanno star male ...
grazie bel giochino, complimenti, ciao rosa
Sei riuscita nell'intento. In dieci parole hai interpretato e trasmesso i mali peggiori della nostra società.
RispondiEliminaDirei un esperimento riuscito in modo egregio: brevi riflessioni che trasmettono riflessioni ampie e profonde...bravissima!
RispondiEliminaServono poche parole per esprimere il silenzio del nostro cuore!
RispondiEliminaMolte grazie per il tuo passaggio al mio blog!
Buona domenica da Beatris
Servono poche parole per entrare nel silenzio del nostro cuore!
RispondiEliminaMolte grazie per il tuo passaggio al mio blog!
Buona domenica da Beatris
Servono poche parole per entrare nel silenzio del nostro cuore!
RispondiEliminaMolte grazie per il tuo passaggio e commento al mio blog!
Buona domenica da Beatris
tentativo riuscitissimo direi! questa sarebbe un'ottima soluzione per me che vorrei tanto fare la scrittrice ma ho la maledizione della sintesi! :-)
RispondiEliminaun abbraccio
Due frasi lapidarie ma efficaci, nel senso che conseguono lo scopo per cui sono state scritte: comunicare delle idee; bisogna dire che le immagini a corredo esprimono, in modo inequivocabile, il concetto voluto.
RispondiEliminaLa prima proposta risulta, a mio modesto avviso, più incisiva dell'altra e lascia l'amaro in bocca; la vista di un minore sfruttato è quanto di più sconcertante possa esservi.
L'autrice, in definitiva, conferma la sua vocazione per la sintesi (sia essa mono-verso oppure haiku o tanka) attraverso l'eliminazione dei fronzoli inutili (che finiscono soltanto per appesantire il testo) e grazie all'adozione di termini scelti che compendiano magistralmente i propri stati d'animo.
Carino,ma non potrei mai riuscirci!
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