martedì 14 maggio 2013

Quel filo d'incoscienza






con le mani intrise di colore
fingendo di non aver tinto da mesi
sei un bambino in cerca di perdono

con dolci sussurri di fiato
sfiori in lontananza la mano
di chi anela sfumature di luce
e ha sogni sospesi nella notte

 di chi crede ancora o forse finge di farlo
di chi un tempo per le tue promesse
con toni armoniosi e perfetti
gettò un cammino di gioia e dolori
come fosse carta straccia

e frustandomi di spalle lacerò il cuore

innumerevoli serpenti velenosi 
uscirono dalle sanguinanti ferite
per il dolore di entrambe

e forse dal riferire distorto
  
cammini su quel filo d'incoscienza
tenendomi stretta oggi come ieri
tra le tue braccia

ma dal passato dovresti aver afferrato
 che la falsità su aguzzi scogli 
prima o poi s'infrange
e  le schegge sulla nuda terra
al cospetto del sole s'illumineranno

e che in quell'angolo del cuore
conservo ancora l'amore di una sorella
e come ognuno di noi
  è la verità ...il rispetto che merita


***


 Tutti i diritti riservati
© Vilma Bellucci









La maturità di giudizio si riconosce dalla difficoltà di credere. 
Credere è cosa molto comune.
Baltasar GraciánL'uomo savio, 1646






(...poesia che ha tratto l'ispirazione da un racconto sul web)

7 commenti:

  1. ciao Vilma bellissima descrizione, addolcita da metafore, dell'insensibilita' di alcune persone, che illudono e pensano di entrare ed uscire dalla nostra vita quando vogliono, sfruttando il nostro bisogno d'amore, ma alla fine i nodi vengono al pettine, ciao complimenti, molto vera e attuale, buona settimana rosa baci

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  2. Cara Vilma, le ferite lasciate dalla menzogna, purtroppo, restano insanabili. Sì, si cicatrizzano, si chiudono, ma lasciano per sempre la difficoltà a credere ancora. La menzogna inevitabilmente ci cambia qualcosa dentro, e niente potrà mai essere come prima; nè verso il mentitore, nè verso la verità.

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  3. Atteggiamenti molto scorretti, che creano delle fratture insanibili e col passare del tempo non si riesce più a perdonare, chi crede di poter giocare con la vita degli altri.
    Lirica molto intensa e significativa, apprezzatissima.
    Un abbraccio, cara Vilma, silvia

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  4. Spesso le ferite più profonde ci lacerano ma non si sanano,con compassionevoli parole. Buona giornata

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  5. Ci sono ferite che restano e fanno male anche se sono cicatrizzate.

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  6. Non è più un urlo, neppure più un lamento, sembra una domanda di pace per l'anima. La carne delle ferite cicatrizza, i sentimenti frustrati, alle volte, risanguinano.
    Poesia molto "forte".

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  7. Le cicatrici possono anche non far male, ma spesso sanguinano più delle ferite che le hanno prodotte.... Bella lirica. Complimenti Vilma. A presto

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