martedì 29 novembre 2011

Mio fiore


In quella stanza il tempo si è fermato.
Ti immaginavo ancora addormentata,
ma su quel letto … solo quella bambola.
Tremendo, lo schiaffo che mi voltò la faccia
mentre spirali si addentravano
nelle viscere del cuore, uccidendo lentamente.
Nelle notti di luna opaca, distillavo
schegge di luce, nel tentativo di ladra
a rubare minuti al tempo.
Arrancavo viscide scale di sogni,
scivolando in pozze di fango
ma continuavo a camminare …
tra quei rami aggrovigliati
con la speranza fra le dita, alla ricerca
in ogni angolo della fiducia smarrita.
Ma occhi di lupo affamati e penetranti
si facevano strada per affondar le zanne.
L'imbrunire ed il silenzio
ci avvolgeva in un gelido abbraccio,
pupille in cerca di aiuto trafiggevano
mio cuore come punte di spillo
mentre tu … mio fiore
ti addormentavi in un sonno senza sogni.

***
3 novembre 2011

Licenza Creative Commons
Questo opera è di Vilma Bellucci ed è distribuita con licenza Creative Commons

3 commenti:

  1. Cara Vilma non ho parole credo di non dire abbastanza... Bellissima poesia.
    Tomaso

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  2. Un componimento vero, intenso, forte, persino coraggioso, per il modo di trattare il dolore, rovistandovi a piene mani, senza risparmiare nulla a se stessi e ai lettori, ma "trascinandoli" anzi nella palude delle sensazioni: "Arrancavo viscide scale di sogni/ scivolando in pozze di fango"
    C'è pietà, sconforto e disperazione in questi versi, gli stessi sentimenti che albergano nel cuore di chi ha perduto una persona cara.
    Solo che Vilma Bellucci è capace di descrivereogni cosa regalando suggestioni, grazie al dono di cui è provvista, quello della poesia.

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  3. una poesia che dà brividi,emozioni intense

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